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La recensione di Beppe Spadini

SECRETARY

Finalmente un film politicamente scorretto, e addirittura made in USA (lo stato pi� bacchettone e ipocrita del pianeta). Premiato al Sundance festival, l'opera di Steven Shainberg tratta infatti del controverso rapporto tra una segretaria (una strepitosa Maggie Gyllenhall) psicologicamente fragile con tendenze all'automutilazione e un avvocato "dominante" (un James Spader perfetto per il ruolo). Il progressivo evolversi della dinamica "di coppia" tra i 2 protagonisti � davvero affascinante, con la donna che trovando una figura forte di riferimento si depura delle proprie ansie patologiche e l'uomo che spaventato dalla irraggiungibile soglia di accettazione della "partner" cerca, in preda a sensi di colpa, di cacciarla dalla propria vita, cos� che al di l� dei ruoli � la donna a divenire l'elemento "forte" della peculiare coppia.
Francamente, � stato uno spasso sentire i brusii un po' scandalizzati di certo pubblico femminile (alcune scene sono piuttosto forti, e, a costo di passare per maschilisti, ad alto tasso d'erotismo), quando invece il messaggio che arriva � che la "parit�" tra i sessi o la "normalit�" (ben misero � il confronto con un abbozzo di storia di coppia "normale", peraltro il lato meno interessante del film) risultano concetti vuoti e non imponibili, e la ricetta della propria felicit� la possono decidere solo i 2 soggetti del rapporto.
Qualche sfumatura poteva essere meglio approfondita, ma il film � una boccata d'aria fresca nel paludato mondo del "politically correct".

Spadini

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