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La recensione di Beppe Spadini

TUTTA LA VITA DAVANTI

Virzì è un regista che ci piace abbastanza (a parte il suo sfegatato tifo per il Livorno...), perchè sa offrire spaccati della nostra società che pur essendo comuni vengono spesso trascurati dal nostro cinema. Stavolta incentra la vicenda sulla vita alienata di un gruppo di telefoniste sottoposte a vessazioni psicologiche di ogni tipo dalla virago Sabrina Ferilli (piuttosto brava). In particolare ci si concentra sul personaggio di Marta (l'ottima Isabella Ragonese), neolaureata cum laude in filosofia che dopo aver invano cercato una sistemazione consona al proprio titolo di studio si fa assumere in un call-center, risultando per altro piuttosto brava.
Lo spaccato di miserie umane che ne emerge è angosciante, l'annullamento di solidi riferimenti culturali desolante. Se però nel primo tempo il tutto funziona alla grande, con alcune chicche finissime (vedasi il momento della laurea, in cui con una scena ispirata il regista denuncia la vergognosa cariatidizzazione del corpo docente universitario), nel secondo tempo la farsa prende un po' la mano e viene a mancare un po' d'equilibrio, così che anche la denuncia sociale perde di mordente.
Ma si tratta sicuramente di un film interessante, con attori (bene anche Mastandrea, Ghini, la Ramazzotti) in forma.

Spadini

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