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La recensione di Beppe Spadini

MI PIACE LAVORARE - MOBBING

Girato con stile documentaristico, sottolineato adeguatamente da fotografia e luci, il film della Comencini racconta le sottili, striscianti, ma devastanti vessazioni subite da Anna (una convincente Nicoletta Braschi) sul posto di lavoro.
Un vero e proprio film-denuncia su un fenomeno (il mobbing, appunto) così difficile da descrivere (le modalità con cui si può logorare una persona sul posto di lavoro sono le più disparate), eppure affiorante con frequenze sempre più allarmanti.
L'interpretazione della Braschi (sempre più brava lontana da Benigni, secondo noi: pensiamo alla bellissima figura della professoressa di Ovosodo) consente un coinvolgimento emotivo disturbante, e dobbiamo dire ancor più brava è Camille, la figlia della regista, a interpretare la figlia della protagonista (separata) con una naturalezza che può essere propria solo di chi ha respirato cinema fin dalla culla.
Il rapporto madre-figlia, che le tensioni accumulate sul lavoro dalla madre rischiano di incrinare, è l'altro filo conduttore della pellicola, e consente una rappresentazione del disagio ancor più profonda.
Ottimo come lungo spot informativo sul fenomeno (non a caso hanno collaborato anche diversi sindacalisti, nella sceneggiatura e in piccole parti), ma la scelta stilistica lo riduce a film di genere, che anche ben fatto personalmente non ci entusiasma mai troppo.

Spadini

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