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La recensione di Beppe Spadini
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IL DOTTOR T E LE DONNE
Prendi un regista come Altman e un cast stellare: Richard Gere, Helen Hunt, Laura Dern, Liv Tyler (imbuzzichita oltre ogni dire), le redivive Farrah Fawcett (lei invece ancora molto bella) e Shelley Long (ricordate Cin Cin?). Inserisci il tutto in un soggetto dalle prospettive interessanti: uno spaccato dell'universo femminile filtrato da chi con le donne (tra moglie, figlie, amanti, dipendenti, pazienti) ha molto a che fare: un ginecologo (Gere). Risultato? Un film noiosissimo che non trova mai equilibrio di toni, in bilico tra commedia, farsa e chissà cos'altro. I 2/3 delle figure femminili sono improbabili o isteriche o entrambe le cose (con primato dell'assurdo per il personaggio della Dern), tanto che una latente misoginia (non esiste di fatto una figura femminile positiva) non centra il bersaglio, perchè non si può fare satira se gli obiettivi sono fuori fuoco. Tra l'altro, in un contesto del tipo "Gere vittima delle sue donne" risulta sgradevole e opinabilissimo inserirvi la malattia mentale della moglie, peraltro dovuta a una fantomatica sindrome di chi riceve troppo amore (ovvero, il semplicistico messaggio: "noi uomini non ci si becca mai").
Che dire? Come possano certi registi passare da pellicole bellissime, anche abbastanza recenti (pensiamo ad "America oggi" o a "I protagonisti"), a queste brodaglie ci risulta incomprensibile, ma visto che accade sempre più spesso ci dovremo fare il callo.
Spadini
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Ultimo aggiornamento 06.04.20
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