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La recensione di Beppe Spadini
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LA BESTIA NEL CUORE
Abbastanza deludente il lavoro della Comencini, che pure ha trovato buona accoglienza al festival di Venezia.
La tendenza al melodrammatico che la regista era riuscita a disciplinare in altre prove (pensiamo al bel "Il più bel giorno della mia vita"), alle prese con un soggetto, tratto dal libro della stessa regista, denso di situazioni al limite, deborda eccessivamente.
Solo i contrappunti dotati di ironia, quantunque un po' meccanici, cui sono deputati la Finocchiaro e Battiston, non a caso i migliori di un cast ottimo (Mezzogiorno, Lo Cascio, Boni, Rocca) ma in generale lontano dalle proprie migliori performance, evitano un giudizio ancor più severo.
Specie la Finocchiaro trova le corde giuste per un ruolo coraggioso che solo grazie alla sua sensibilità di interprete evita di sfociare nel grottesco.
Il nucleo centrale del film, il riaffiorare del ricordo di abusi subiti in gioventù, è trattato con un utilizzo scolastico e stereotipato di immagini tipo (l'ombra dietro il vetro, la mano protesa, ecc.ecc.), ma disturbano soprattutto eccessi assolutamente evitabili (la scena del parto su tutte), che caricano inutilmente una vicenda già emotivamente forte.
Comprendiamo che non sempre i toni bassi sono indicati (anche se noi li preferiamo), ma qui davvero la Comencini ha dato fondo al melodramma, secondo noi sbagliando.
Spadini
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Ultimo aggiornamento 06.04.20
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