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La recensione di Beppe Spadini

THE BLACK DAHLIA

L'abbiamo già detto in altre occasioni, ma ci sono registi (De Palma è certamente tra questi) che indipendentemente dalla riuscita di un film ne giustificano la visione. Qui qualcosa non va: manca equilibrio sia nel dipanarsi degli eventi (un po' troppo lento all'inizio, un fiume in piena alla fine, quando solo un Q.I. superiore a 150 può seguire la serie di agganci/incastri/rivelazioni spiattellate in 10 minuti) sia nel seguire i due filoni dell'indagine.
De Palma predilige decisamente il rapporto a 3 tra Josh Hartnett, Aaron Eckhart e Scarlett Johansson: nessuna colpa in questo, i 3 ci danno dentro ad appassionare lo spettatore con una recitazione d'alto livello fatta di un'efficace alternanza di iperboli e sottintesi. Ma se incentri il film su quello, non è che puoi "spiegare" l'altra vicenda (l'assassinio della Dahlia del titolo) in quattro e quattr'otto come se ti fossi dimenticato (ah, a proposito l'assassino è...perchè...).
Malgrado questi difetti, il film può però contare su più di un colpo a suo favore.

Del trio si è detto: la dinamiche tra i 3, pur essendo riconducibili a situazioni tipiche del genere noir, rifuggono però gli aspetti più stereotipati presentando meccanismi sottili e coinvolgenti (e il celebre broncino della Johansson dovrebbe essere dichiarato illegale...).
Ai 3 attori citati si aggiungono una certezza come Hilary Swank e una rediviva Mia Kirschner ("Exotica"), struggente e bravissima nei flashback della ragazza assassinata.
Il regista (vedi inizio della ns recensione) si riserva alcune scene magnificamente concepite e realizzate, di quelle che veramente ti fanno venir voglia di gridare "Oh, un po' di cinema !" e di rivedere immediatamente la scena.
La storia (tratta dal romanzo di Ellroy) è molto bella e ben congegnata, a prescindere dalle modalità discutibili con cui viene rivelata allo spettatore.

In definitiva bello, ma con qualche difetto importante.

Spadini

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