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La recensione di Beppe Spadini

LA CLASSE

Sospettiamo che chi abbia tessuto lodi sperticate a questa particolare opera (palma d'oro a Cannes) del bravo Cantet non sia mai entrato in una classe "media" negli ultimi 10 anni, come (ahilui !) è capitato (ehm...) QUALCHE volta a chi scrive. Perchè al di là del taglio documentaristico che fotografa abbastanza realisticamente il clima interno a molte classi di oggi, con la perdita di autorità dei docenti e la loro frustrazione, la scarsa motivazione dei ragazzi per uno studio di cui non percepiscono l'utilità, le tensioni inter-razziali, il film non trasmette altro. Si limita a registrare le ore del prof di lettere (Francois Begaudeau, bravo ma "troppo francese", come acutamente rilevato da una spettattrice in sala), continuamente interrotte da interventi il più delle volte estemporanei, inappropriati quando non polemici. Ma il film non indaga nel profondo, lasciando che a descrivere i ragazzi siano gli "autoritratti" che essi devono svolgere come compito: gli svolgimenti sono realistici nelle loro ingenue priorità (fantastico un "odio Materazzi"), ma non dicono molto (quasi nulla) dei motivi più profondi che li portano a certi comportamenti. Forse non ci sono, e forse non c'è soluzione: ma un film che registra un fenomeno senza cercare di spiegarlo o di trovare delle vie d'uscita non ci sembra possa essere salutato come capolavoro.

Spadini

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