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(recensioni a casaccio a cura di Beppe Spadini)
DRAGONFLY - IL SEGNO DELLA LIBELLULA
Adesso basta: sarà anche vero che Kevin Costner è diventato attore da film di seconda fascia, come testimoniano le sue recenti, umili scelte, ma non è più possibile bollare qualunque suo film come boiata sonnolenta. Questa pellicola di Tom Shadyac (che di solito predilige il comico, ma non se la cava male nel cambio di genere) riesce nell'intento di proporre una variante decorosa del tema del tentativo di mantenere i contatti con la defunta persona amata, tema che Hollywood ha trattato con esiti più (Ghost) o meno (Al di là dei sogni) soddisfacenti. Si tratta evidentemente di un argomento delicato, in cui è facile scivolare nel banale o nel grottesco. Invece la prima parte del film evita il rischio proponendo toni da thriller soprannaturale e Costner, che per la gioia delle sue fan (chi scrive ne sa qualcosa...) compare con intensi primi piani in molte inquadrature, incarna il suo personaggio con moderazione e attenzione ad evitare l'effetto "scena-madre" a tutti i costi. La seconda parte si prende qualche licenza di credibilità (niente a paragone di certi block-buster) ma il finale, punto delicato di questo genere di pellicole, riesce a sorprendere senza cadute di gusto.
Per tutti quelli che non ne possono più dello sport nazionale di ogni critico terracqueo ("Spara su Kevin !"), niente di cui vergognarsi.
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Ultimo aggiornamento 06.04.20
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