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(recensioni a casaccio a cura di Beppe Spadini)
RITORNO A CASA
Film d'essai nell'accezione peggiore del termine, l'ultima opera del 93-enne De Oliveira rappresenta la classica sfida alla pazienza dello spettatore. Si inizia con un quarto d'ora di monologo teatrale (vero, da Ionesco, anche se vagamente ispirato alla vicenda che seguirà), per poi proseguire con un esplicito gioco a temprare ulteriormente lo spirito della platea più smaliziata (non si sente parlare il protagonista, perchè la camera è in strada quando questi è al bar e viceversa quando esce) e si chiude la prima parte (e quasi il primo tempo) con un dialogo in cui vengono inquadrate per una decina di minuti le scarpe, fresco acquisto del protagonista. Tralasciamo le altre "finezze": diciamo solo che meno presunzione (o rimbambimento ?) avrebbero potuto fare del film (un comunque bravo Michel Piccoli nella parte di un grande attore che si trova a confrontarsi col proprio lavoro dopo un grave lutto) un'opera interessante. Anche mettendoci tutta la buona volontà, e apprezzando qualche trovata e l'amara, tragica disperazione di qualche scena, non si può certo bollare di totale cafonaggine chi ha scelto di abbandonare anzitempo la sala.
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Ultimo aggiornamento 06.04.20
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