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(recensioni a casaccio a cura di Beppe Spadini)
AMERICAN PSYCHO
Tratto dallo scandaloso best-seller di Bret Easton Ellis, il film stempera alcune delle situazioni più scabrose, pur mantenendo toni certamente assai forti per lo spettatore "medio". La storia è infatti incentrata sugli eccessi violentissimi e truculenti di uno yuppie (siamo alla fine degli anni '80) che, in un mondo appiattito, formato da tanti identici replicanti, in cui l'affermazione della propria individualità passa attraverso risibili questioni (strepitosa la scena del confronto dei biglietti da visita), trova la propria realizzazione in efferati omicidi. Il film può certo disturbare qualcuno, ma a nostro avviso avrebbe necessitato di un'ancor maggiore immersione nell'universo psicotico del protagonista (il bravo Christian Bale), e quindi un coraggio ancor maggiore nella rappresentazione della furia omicida. In particolare, visto che gran parte delle vittime sono donne, e visto l'atteggiamento misogino del protagonista, non ci è parso opportuno affidare la regia ad una donna (Mary Harron) che non poteva comprendere fino in fondo la sua follia. Il film, che ha alcune sequenze di effetto (e non parliamo solo degli omicidi, anzi), rimane così un po' a metà del guado, e perde parte della sua significatività. Anche il finale, con la drammatica incapacità del protagonista di uscire dal guscio conformista cucitogli addosso dal suo stesso ceto, andava sfruttato meglio. Alle donne non piacerà, chi scrive pensava comunque peggio.
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Ultimo aggiornamento 06.04.20
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