TORRENTE SANTERNO

Ambiente fluviale e fauna macrobentonica

G. Salmoiraghi

Dipartimento di Biologia Evoluzionistica Sperimentale

Università di Bologna

I dati contenuti in questa relazione relativa al T. Santerno, in gran parte, sono stati tratti dai risultati degli studi condotti dall’Autorità di Bacino del Reno sulle principali aste fluviali del Bacino del Fiume Reno per approfondire ed aggiornare le conoscenze. I risultati originali sono divulgati dall'AdB Reno tramite CD e sono disponibili in rete (www.regione.emilia-romagna.it/bacinoreno).

Premessa

Per approfondire la reale e proficua conoscenza degli ambienti fluviali, al fine di comprendere le reali cause dei diversificati squilibri ed applicare coerenti interventi risolutivi, si deve prendere atto che occorrono diversi punti di "osservazione". Con questo approccio conoscitivo le analisi chimiche e microbiologiche diventano complementari alle indagini idromorfologiche, ecologiche e tossicologiche relative all'ambiente ed alle comunità biologiche (vegetazione acquatica e riparia, fauna macrobentonica ed ittica) e la "misura" delle attività antropiche (inurbamento, agricoltura, zootecnia, industria), inevitabilmente presenti nei bacini con una diversa intensità spaziale, deve essere confrontata con le condizioni idrologiche, le finalità d'uso e le potenzialità di depurazione naturale (autodepurazione) e/o tecnologica. Questi aspetti sono stati recentemente recepiti nei D.L. 152/99 e 258/00, i quali oltre all'importante ed innovativa integrazione delle analisi chimico-fisiche e microbiologiche (macrodescrittori) con le analisi biologiche (I.B.E.), assumono lo Stato Ambientale del corso d'acqua e la sua relativa situazione rispetto ad un ecotipo di riferimento come il fulcro centrale delle azioni da intraprendere per ottenere gli specifici "Obiettivi di qualità".

Metodi impiegati

Il monitoraggio della qualità dell'ambiente fluviale del T. Santerno è stato condotto eseguendo alcune misure istantanee delle caratteristiche fisiche e chimiche delle acque (T, pH, conducibilità) e delle condizioni morfometriche (larghezza, profondità), morfologiche (substrato, copertura) e idrologiche (velocità di corrente, deflusso) delle sezioni.

Per gli invertebrati macrobentonici, oltre all’applicazione dell’Indice Biotico Esteso (I.B.E.) e l’identificazione della relativa classe di qualità, si è stimata la varietà e l’abbondanza relativa, in unità sistematiche, dei gruppi trofico-funzionali e la diversità delle comunità mediante il calcolo di alcuni fra i più utilizzati Indici di Diversità (H’ di Shannon e Weaver), di Omogeneità (J) e di Ricchezza in specie (D di Margalef).

Inoltre si è valutata la qualità ambientale degli ambiti fluviali, mediante l’applicazione degli indici:

·        Wild StateIndex (W.S.I.) o Indice naturalistico che valuta la potenzialità delle rive a sostenere un’elevata biodiversità;

·        Buffer Strip Index (B.S.I.) o Indice filtro-tampone che valuta la potenzialità di filtrare e tamponare i nutrienti e gli inquinanti percolanti dal territorio o trasportati da monte nei periodi di piena;

Le indagini sono state condotte nelle seguenti sezioni:

T. Santerno

Quota (m s.l.m.)

Codice

Stazione

460

16

88

Cornacchiaia-FI (a monte)

350

16

89 M

S. Pellegrino-FI (a monte)

320

16

89 V

S. Pellegrino-FI (a valle)

270

16

90

Coniale-FI (a valle)

190

16

91

Valsalva (alla spiaggia, a valle del ponte)

150

16

92

Carseggio-Castel del Rio (a valle)

90

16

93

Borgo Tossignano (a valle della briglia)

60

16

94

Codrignano-Fabbrica (a valle del ponte)

35

16

95

Imola (a valle della S.S. Emilia)

21

16

96

S. Prospero (via Bolognesi)

20

16

97

Mordano (a monte del ponte)

16

16

98

S. Agata sul Santerno (a valle del ponte)

7

16

99

Palazzo Tamba-Voltana (chiusura bacino)

Risultati

Fatta eccezione per alcune particolari situazioni come il tratto a monte di S. Pellegrino, le variazioni longitudinali delle caratteristiche morfometriche e morfologiche delle sezioni esaminate sul T. Santerno risultano graduali e ben correlate al gradiente altimetrico. Analoga considerazione è possibile estenderla anche all’abbondanza relativa della diversa granulometria dei materiali inerti che costituiscono il substrato dell’alveo. Per questi aspetti è possibile quindi asserire che il T. Santerno abbastanza coerentemente risponde alla teorica distribuzione spaziale del River Continuum.

I tratti con la più ricca e varia vegetazione riparia non sono quelli posti a maggiore quota, ma quelli immediatamente sottostanti (Coniale, Valsalva).

Il decremento longitudinale della qualità delle rive non è altrettanto graduale e progressivo. Infatti alcuni dei tratti più montani (Cornacchiara e San Pellegrino) hanno una qualità inferiore alle zone immediatamente sottostanti.

Per la valenza naturalistica si sono, in entrambe le rive, individuate condizioni che variano dal giudizio di buono a quello di scadente. La capacità tampone è mediamente superiore nella riva sinistra con qualità variabile dalla II alla IV rispetto alla riva destra che oscilla dalla II alla V.

L’indice di qualità globale RCE-2 è, se si escludono i primi due tratti, identico fra le due rive di tutte le altre zone.

macrobentoniche del T. Santerno sono massime nella sezione localizzata a  valle di S. Pellegrino (FI) e in magra i valori più elevati di varietà ed abbondanza sono stati stimati a monte di S. Pellegrino (FI).

Il decremento longitudinale delle abbondanze e delle varietà è molto evidente e piuttosto graduale ma i valori più bassi sono stati rilevati in magra nella sezione di Imola. Nei tratti successivi, sempre in magra, si verifica un netto recupero quantitativo e qualitativo delle comunità macrozoobentoniche.

I valori dell'indice I.B.E. diminuiscono, da monte a valle, da 9 a 4 e le Classi di Qualità variano, in entrambi i momenti idrologici, dalla II (Ambiente con moderati sintomi di inquinamento o di alterazione) alla IV (Ambiente molto inquinato o comunque molto alterato).

L'indice di diversità delle comunità macrobentoniche campionate in morbida varia da 4,1 a 1,1 e in magra da 4,1 a 0,9. I valori massimi e minimi si sono riscontrati nelle sezioni in cui si hanno i valori estremi della varietà tassonomica.

Nel rilevamento estivo (magra) la diversità rappresenta una elevata aliquota della diversità massima, infatti l'indice J varia dal 92 al 100% mentre in morbida la diversità della comunità rappresenta solo il 47 -95% della diversità massima.

Alla composizione trofico-funzionale delle comunità macrozoobentoniche del T. Santerno partecipano in quantità esigue gli invertebrati trituratori.

Tutte le comunità campionate appaiono anomalamente dominate, per abbondanza e varietà, dal gruppo dei raccoglitori. Gli invertebrati filtratori sono presenti dal tratto più elevato (Cornacchiara, 460 m slm) fino a Imola in morbida e a Codrignano in magra. I raschiatori sono sempre assenti nelle zone a valle di Codrignano in morbida e di Borgo Tosssignano in magra.

E’ nelle sezioni localizzate a valle di Imola che si riscontra nelle comunità macrozoobentoniche un deciso decremento della varietà dei gruppi trofico-funzionali e in particolare in alcuni tratti sono completamente assenti gli invertebrati predatori.

Dal confronto grafico, per livello altimetrico, dei valori dell’Indice I.B.E. delle sezioni del T. Santerno, rispetto ad altri corsi d’acqua del Bacino del F. Reno, si vede che la situazione è quasi sempre uguale o migliore.

Dal confronto con la qualità biologica rilevata in passato:

 

E.B.I.

Cl. qualità

Anno

E.B.I.

Cl. qualità

 

min.

max

min.

max

 

min.

max

min.

max

Cornacchiaia (FI)

8

9

II

II

1990-91

10

11

I

I

S. Pellegrino (FI) a monte

8

9

II

II

1990-91

9

10

II

I

Coniale (FI)

8

8

II

II

1990-91

8

10

II

I

Valsalva

7

8

III

II

1990-91

8

10

II

I

Carseggio

8

8

II

II

1990-91

8

9

II

II

Borgo Tosssignano

7

8

III

II

1990-91

8

8

II

II

         

1985-86

5

7

IV

III

Codrignano

7

6

III

III

1990-91

5

8

IV

II

Imola

6

4

III

IV

1990-91

6

8

III

II

San Prospero

5

5

IV

IV

1990-91

7

7

III

III

Mordano

4

4

IV

IV

1990-91

7

7

III

III

Palazzo Tamba-Voltana

4

5

IV

IV

1990-91

6

7

III

III

si riscontra un netto decremento qualitativo per tutte le sezioni confrontabili.

I valori di densità e biomassa, stimati in alcune sezioni e nei diversi prevalenti substrati, sono i seguenti:

 

Magra

 

Densità

Biomassa

     

(org./m2)

(mg P.S./m2)

Cornacchiaia

riffle

ciottoli

1099

391

Cornacchiaia

riffle

ghiaia

2310

461

San Pellegrino

riffle

ciottoli

8197

1781

San Pellegrino

riffle

ghiaia

1437

824

Corniale

riffle

ciottoli

1211

205

Corniale

riffle

ghiaia

2085

1831

Valsalva

riffle

ciottoli

1408

1569

Valsalva

riffle

ghiaia

3915

645

Essi sono, come di solito accade, molto dissimili fra le diverse sezioni ed anche nello stesso tratto mostrano elevate differenze fra i dissimili habitat di fondo.

La biomassa complessiva presente nel microhabitat ciottoloso di Valsalva è costituita per il 91% dai soli organismi Filtratori e dal rapporto biomassa/densità si è individuato il maggiore peso individuale.

E’ nella sezione di S. Pellegrino, sul substrato ciottoloso che si è individuato il maggior numero di organismi (rappresentati per il 76% da Ditteri Simulidae) mentre la biomassa più elevata è stata rilevata a Coniale, sul substrato di ghiaia e in questo caso il 68% del peso complessivo è costituito dagli Oligocheti Lumbricidae.

Entrambi questi ambienti sembrano idonei, per l’abbondanza della biomassa e la varietà delle comunità macrozoobentoniche, ad essere destinate al ripopolamento ittico.


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