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A Bari ancora sofferenze per la squadra rossoblu
Il Bologna è tornato da Bari con una sconfitta: tre
insuccessi e un pareggio nelle ultime quattro partite; è inevitabile non
parlare di crisi, ma di che tipo? Crisi di valori? Crisi di un sistema? Crisi
di gioco?
Escludendo l’ultimo interrogativo, è certamente una fase delicata
della vita collettiva della squadra rossoblu che appare particolarmente difficile
e suscettibile di sviluppi più o meno gravi, in funzione dei prossimi
risultati; certamente dalla individuazione della crisi, in altre parole dalla
diagnosi, discende la risposta. Esprimere un giudizio dopo avere considerato
ogni aspetto non è facile; i giornalisti e la stampa il giorno successivo
alle partite si limitano alla cronaca, ma nel periodo ulteriore sono chiamati
ad offrire riflessioni, considerazioni, interpretazioni.
La prossima partita di Modena è una chiave per interpretare il futuro;
all’ombra della Ghirlandina si disputa l’ultimo derby regionale
del girone d’andata e la squadra del Presidente Alfredo Cazzola non presenta
al riguardo un bilancio positivo. Sconfitta esterna col Piacenza, nella terza
giornata, sconfitta interna col Rimini alla quarta giornata, pareggio interno
col Cesena, alla quinta giornata; cinque reti incassate e solo due segnate,
rappresentano un consuntivo sfavorevole.
In merito alla prestazione contro il Bologna il sito del Bari sottolinea del
portiere belga, nato a Liegi ed alla terza stagione con la maglia pugliese: “settanta
minuti più di Buffon, trecentosettantuno quelli che separano Jean Francois
Gillet dall'ultimo gol subito. Un primato che vuol dire grande solidità difensiva
del suo Bari ma soprattutto un secondo posto che fa sognare la gente pugliese.”
La squadra della città di San Nicola si colloca provvisoriamente al
secondo posto attestandosi ad undici punti, raggiungendo nella piazza d’onore
Mantova, Napoli e Brescia, mentre il team petroniano arranca a quota sette;
serata da dimenticare quella di lunedì scorso per la squadra felsinea
che si è mangiata due gol fatti e che ha subito sul piano dell'organizzazione
e della corsa dalla squadra di Rolando Maran che è apparsa compatta
e cinica. Il tecnico trentino da calciatore ha ricoperto il ruolo di difensore
centrale ed il Chievo è stata la squadra della sua vita: ha disputato
con la squadra veronese ben nove campionati e ne ha scortato la salita fino
alla B; ha terminato la carriera di giocatore nella Carrarese. Rolando Maran è un
allenatore emergente che ha un futuro davanti, mentre per Renzo Ulivieri l’avvenire
dipende dall’incontro con i canarini.Floriano Roncarati
Notizia di mercoledì 11 ottobre 2006 |
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