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MORDANO RETROCEDE IN SERIE A2
RETROCESSIONE. Mordano retrocede in serie A2. Questo è il verdetto dello spareggio salvezza. Cadendo malamente in quel di Mazara, i ragazzi di Tassinari lasciano la massima serie dopo aver lottato duramente in questi playout. 5 anni è durato il sogno di un paese che sorge a 10 km da Imola: il sogno chiamato A1. A parte una parentesi di una stagione terminata con una veloce retrocessione, Mordano si era stabilmente accomodata nel salotto della pallamano d’elite, ottenendo anche storici risultati. Solo il grande Trieste, pur rischiando spesso, non ha mai perso contro i romagnoli: per il resto tutte le altre grandi della pallamano nazionale, prima o poi, hanno ceduto alla voglia di vincere di Folli e compagni. Anche Prato, tabù di sempre, quest’anno è caduto nella tana mordanese. La stagione dell’Eurovo è ben divisibile in 3 fasi. Nel girone d’andata la squadra di Tassinari ha ottenuto solo 2 vittorie (interne) con Siracusa ed Enna, rimanendo penultima in classifica a lungo. Questa è la fase dove Diallo non digerisce ancora gli schemi del mister, Ceso è lontano dalla forma migliore e la squadra non riesce a carburare. Il calendario risulta molto più favorevole nel girone di ritorno che vede Mordano mietere vittorie e grandi prestazioni nella fase intermedia. A Mordano non passa più nessuno (Prato, Bressanone, Rovigo, Fasano, Mazara) e la vittoria a Siracusa sembra lanciare segnali confortanti. Trieste (priva dell’ex Tarafino) trema, ma alla fine la spunta grazie soprattutto ad un paio di fischiate a favore negli ultimi 2’. Ultima fase, quella di fine campionato-inizio playout: qui la serie infinita di infortuni fa precipitare Mordano.
INFORTUNI. Prima Ronchi che in allenamento si frattura un alluce. Poi Tassinari che nell’ultima azione della gara (pressoché ininfluente) con Mazara urta contro Zoldos in penetrazione procurandosi una lesione ai legamenti del ginocchio. Quindi Tampieri che a Merano riceve un colpo antisportivo che gli procura la frattura della piramide e della spina nasale in 4 punti. E poi ancora Folli, il capitano, che in gara1 contro Fasano riceve un colpo alla mano destra nei primissimi minuti, salvo poi appurarne la frattura. E per finire le due riserve (che in una situazione di tale sfortuna si sarebbero state pedine importanti) Pirazzoli e Asirelli, rispettivamente infortunati ad una mano ed all’inguine. Solo Folli riuscirà a rientrare ancora nei playout in gara2 contro Mazara, ma il suo apporto non può essere importante. Insomma, il fine campionato (playout annessi) è stata una sorta di lenta e dolorosa agonia, con l’uscita per infortunio di molti protagonisti.
PLAYOUT. Dopo aver perso (-2) in casa con Fasano, Ronchi e compagni sono scesi in Puglia nell’intento di strappare un risultato apparentemente ostico. Ma la pressione del tifo locale non ha fatto altro che imprigionare i fasanesi: Mordano arriva sul 15-11 dopo 10’ della ripresa e sembra assaporare il gusto di una vittoria memorabile. Qui, però, la svolta: un contropiede gettato alle ortiche da Diallo, 4 rigori sbagliati consecutivamente ed un comportamento incivile di una frangia del tifo (sputi ed oggetti in campo verso i giocatori ospiti) hanno permesso a Ricchi e compagni di capovolgere l’andamento del match. Sul 21-21, poi, a 30” dalla sirena (a salvezza già ottenuta) Fasano cerca, senza sportività, l’umiliazione dell’avversario segnando il 23-21 finale. Con Mazara (-5 all’andata e solo +4 al ritorno con Rovigo), poi, già dalla gara interna d’andata si erano intravisti i presagi della retrocessione: il +2 sui siciliani non permetteva grandi sogni ed il 19 maggio, infatti, è arrivata la debacle conclusiva. In Trinacria Mordano regge solo nei primi 20’ quando è anche avanti 6-5. Poi subisce un break di 8-1 che spezza l’equilibrio della gara. Finisce con un eloquente 27-15 che è la fotografia di una gara in cui Mazara dilaga contro i cocci dell’Eurovo.
FUSIONE. Ora si aspetta la fusione con Imola. Da questa squadra, poi, tutti i tifosi attendono grandi cose. Il gruppo di italiani è sicuramente tra i più attrezzati della categoria, in quanto già in A1, alla faccia della liberalizzazione del mercato, Mordano ha utilizzato al massimo 2 stranieri contemporaneamente e non è una segreto che in molti casi abbia giocato meglio con uno solo di questi. E’ la compattezza del gruppo, l’unione dei giocatori la forza effettiva della squadra. Ora, in A2 si dovrà cercare di buttare le basi di un progetto che oltre alla pronta risalita nella massima serie preveda lo sviluppo del vivaio giovanile ed il coinvolgimento di nuovi appassionati sponsor.
MERCATO. Sul fronte del mercato non ci sono ancora novità rilevanti anche perché si è ancora in attesa degli sviluppi riguardanti la fusione. Di certo c’è solo il ritiro dall’attività agonistica di due pilastri della pallamano mordanese degli ultimi 15 anni ed oltre: Claudio Mengoli ed Erik Salvatori. Il portiere ed il centrale di mille battaglie hanno appeso le scarpe al chiodo. Probabile la loro presenza durante qualche allenamento, ma la disponibilità all’agonismo è cessata. Molte le voci sul futuro di Simone Ronchi che ha chiesto esplicitamente di rimanere in serie A1. L’ala mancina della nazionale è richiestissimo da diverse grandi società. Mordano ha già firmato un precontratto con Bologna, ma manca ancora la firma definitiva del giocatore. Conversano appare la favorita nella corsa al rosso mordanese se mai dovesse rinunciare al capoluogo felsineo. Trieste e Modena sembrano leggermente sfavorite, ma pronte ad approfittare di un mancato ingaggio con queste due squadre. Capitan Folli è sempre seguito da Modena e Prato, ma l’impressione è che voglia rimanere a dar forza al progetto di fusione. Ancora incerta la strategia che seguirà la nuova società in fatto di acquisti: si sono fatti già dei nomi, anche importanti, ma è possibile che si punti soprattutto sulla rosa già esistente con l’inserimento di qualche giovane interessante. Carlone Dall'Aglio
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Notizia di venerdì 29 giugno 2001 |
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