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Bagnacavallo
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Cenni storici del Comune di Bagnacavallo (Ravenna)
Secondo i testi più antichi, il centro fu detto
Bagnacavallo perché qui si trovava una sorgente
dacqua curativa per i cavalli della quale aveva
usufruito anche lamato destriero dellimperatore
Tiberio.
In realtà, probabilmente in zona si trovava, già
prima dellepoca romana e vicino allantico
corso del Santerno - Senio, un insediamento in cui era
fiorente il culto dellacqua. Nei secoli IV e V vi
fu un progressivo calo di importanza del centro, che aveva
rivestito un ruolo di un certo prestigio in età
repubblicana e imperiale. Attorno al VII VIII secolo,
grazie al prosciugamento del terreno, la zona riconquistò
nuovamente importanza strategica. Linsediamento,
nato sullansa del corso dacqua, era di tipologia
lineare su una via alzaia determinata dal corso del fiume,
naturale elemento di difesa. Lantica Strada Maestra
(oggi vie Mazzini, Garibaldi, Farini) attraversa infatti
longitudinalmente il centro, tagliandolo con la sua forma
a "S".
E' comunque probabile che il primo agglomerato urbano
si sia insediato nell'ansa del fiume in prossimità
di un guado. Il toponimo "Bagnacavallo" si ritrova
nei documenti a partire dai secoli IX - X, e forse deriva
dal nome stesso del fiume che qui scorreva (nei documenti
del X secolo si parla del fiume Bagnacaballo). Letimologia
è piuttosto chiara: si trattava di un guado da
valicare a cavallo.
Le prime tracce di un insediamento umano risalgono alla
tarda Età del Bronzo: il villaggio preistorico
fu occupato dagli Umbri nellEtà del Ferro.
Dallinizio del IV secolo Bagnacavallo segue le sorti
degli altri centri della pianura padana e viene sottomessa
dalle tribù galliche dei Boi e dei Lingoni. Negli
anni intorno al 187 a. C., contemporaneamente alla costruzione
della via Emilia, viene disboscata parte dellimmensa
"Selva Litana", la foresta che qui si ergeva.
A Bagnacavallo sono stati trovati resti del periodo romano
nelle cave dellex fornace. Databili agli ultimi
anni del II sec. a.C. sono dei cippi votivi dedicati alle
antiche divinità di origine latina e sabina Quies,
Salus e Feronia: queste presenze cultuali, legate a pratiche
e riti salutari, possono testimoniare lesistenza
di una sorgente dacqua terapeutica.
Dopo la caduta dellimpero, si susseguono le dominazioni
gotica, bizantina, longobarda.
In epoca medievale la città è in potere
di piccole signorie locali. Già verso lanno
1000 primeggiano le famiglie Brandolini e Malvicini, che
protraggono la loro influenza per quasi tre secoli. Dal
1250 al 1274 la città è comunque nella sfera
dinfluenza del guelfismo bolognese, sotto i cui
auspici vengono eretti la Torre Civica ed il Palazzo Comunale.
I Malvicini, noti per la loro instabilità politica,
vengono inseriti da Dante nella rampogna contro il malcostume
della Romagna che occupa parte del XIV canto del Purgatorio.
Dal 1308 al 1329 la città è nelle mani dei
conti di Cunio, che erigono la rocca. Bagnacavallo passa
poi allo Stato Pontificio, quindi ai Manfredi di Faenza
che ristrutturano cinta muraria e rocca; viene riannessa
al Papato quando il cardinale Albornoz riconquista tutta
la Romagna.
Nel 1375 il capitano di ventura Giovanni Acuto (John Hawkwood),
non pagato dal Pontefice per i servigi a lui resi, requisisce
le città di Bagnacavallo e Faenza come indennizzo
e le vende agli Estensi di Ferrara. Traccia del dispotico
e crudele condottiero rimane ancora oggi nella toponomastica
viaria: in frazione Villanova si trova infatti la via
Aguta.
La famiglia dEste cede Bagnacavallo ai ravennati
Da Polenta nel 1394. Dopo un breve periodo di riconquista
faentina, la cittadina è di nuovo incorporata nei
domini papali finché Eugenio IV la cede a Niccolò
III dEste nel 1440. Con la decadenza degli Este,
nel 1598 Bagnacavallo torna a far parte dello Stato Pontificio
del quale segue le sorti (eccezion fatta per gli anni
della dominazione napoleonica, dal 1800 al 1815) fino
allunità dItalia. E papa Leone
XII, nel 1828, a dichiararla città.
La sostanziale immobilità politica, dunque anche
sociale ed economica, che regnò in città
a partire dalla fine del 500 è rispecchiata
dal centro storico caratterizzato dalla corposa presenza
di residenze nobiliari, conventi, chiese ed oratori. A
Bagnacavallo si contavano più di sessanta edifici
di carattere religioso, una quarantina dei quali concentrata
nel capoluogo. Nelledificio che ospitava uno dei
due rami di cappuccine presenti in città (quello
che, acquistato dal Comune nel 1971, è divenuto
sede del Centro Culturale "Le Cappuccine") era
addirittura conservata la "Madonna del Patrocinio"
di Albrecht Dürer, uno dei pochissimi dipinti del
grande artista tedesco presenti in Italia (la tavola si
trova oggi alla Fondazione Magnani Rocca di Mamiano di
Traversetolo, in provincia di Parma).
Il potere era condiviso da nobili e clero, i contadini
erano legati alla terra; non si formò una borghesia
che si dedicasse al commercio o allartigianato,
almeno fino allOttocento inoltrato: lallevamento
del baco da seta e la creazione di una filanda rappresentano
gli unici tentativi di imprenditoria. Il centro storico
rimase di fatto inaccessibile alla borghesia e al proletariato:
questo può spiegare la sua splendida conservazione
e la singolare fattura. Ma le fortune delle grandi famiglie
cominciarono a diminuire progressivamente nel XIX secolo,
con lavvio delle lotte di classe, e molti esponenti
delle maggiori dinastie gentilizie si trasferirono altrove.
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