Cenni storici del Comune di Conselice (Ravenna)
Anticamente era un porto di acque interne, chiamato «Caput
Silicis», congiunto a Imola
da una grande strada pavimentata con pietroni di selce; all'epoca
di Roma si chiamava Appia Selee Strata.
Conselice fu dai Romani fortificata e nel 537 seppe mirabilmente
resistere a Belisario quando Vitige era re d'Italia. Fu dell'Imperatore
d'oriente dal 553 al 568, indi dei Longobardi fino al 774 quando,
sconfitto Desiderio, passò a Carlo Magno.
Prese viva parte alle lotte tra Chiesa e Impero tanto che il vescovo
di Imola, il quale nel 1080 aveva preso parte alla consacrazione
del Papa imperiale Clemente III in opposizione al Papa romano, corse
nel 1085 a rinchiudersi nel forte di Conselice. Ancora nel 1130
il Vescovo di Imola si rifugiò nel forte di Conselice che
nel 1186 gli fu assegnato dall'imperatore Enrico e successivamente,
nel 1222, sottratto e distrutto dall'imperatore Federico.
Conselice appartenne poi ai Ghibellini ed ancora alla Chiesa. Nel
1365, scacciati i ministri della Chiesa, si eresse in Repubblica
consolare, ben presto sciolta dall'arcivescovo di Ravenna nella
sua qualità di conte di Romagna. Fu poi dell'inglese Giovanni
Acuto, generale del Papa, di Astorgio Manfredi, signore di Faenza,
degli Este, dei Manfredi scacciati da una rivolta e infine degli
Este che nel 1393 la cedettero ai Polenta, signori di Ravenna.
Passò poi al grande condottiero Alberico da Barbiano e alla
sua morte fu alternativamente dei Barbiano, degli Este, dei Visconti.
Nel 1340 per concessione ducale arricchì il proprio stemma
di corona marchionale. Dal 1426 al 1500 restò sempre in soggezione
degli Este poi, cinta di mura, fu ora del Papa ora degli Este fino
a che nel 1598 passò definitivamente alla Chiesa che la tenne
fino al 1796, epoca in cui venne occupata dai francesi.
Il periodo pontificio segnò per Conselice la decadenza e
all'epoca della rivoluzione francese era senza rocca, senza
porto, priva di commercio e insidiata dalla malaria. Durante
il periodo napoleonico fu ora dei francesi ora dell'imperatore
d'Austria per tornare nel 1815 al governo pontificio al quale
si ribellò nel 1831. Passò poi alla Repubblica
Romana e nel settembre del 1859 dichiarò l'annessione
al Regno Sardo al quale fu ufficialmente annessa nel 1860.
Nel 1890 vi furono i primi moti operai che ebbero ampia risonanza
a livello nazionale, con le mondariso che reclamavano, in
quei tempi di buia miseria, una più giusta retribuzione.
La forza pubblica, intervenuta, sparò sulla folla uccidendo
tre persone. |