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Ravenna
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Cenni storici del Comune di Ravenna
Il destino di Ravenna da sempre scritto nel suo nome.
Gli storici moderni, infatti, concordano con la tesi che
il nome Ravenna contenga la radice rav che
significa "scorrere dell'acqua" e proprio all'acqua la
citt deve le sue fortune. Fu l'acqua a renderla inaccessibile
ai nemici, ma fu ancora l'acqua a proiettarla nella storia,
prima come porto militare romano e successivamente come
porto mercantile che ancora oggi fra i maggiori dell'Adriatico.
Anche se l'origine di Ravenna antichissima (va ricercata
almeno nel terzo millennio prima di Cristo), fu con Giulio
Cesare, come scrive lo storico Augusto Torre, "che si
ebbe l'ingresso trionfale di Ravenna nella storia", un
ingresso che vede Ravenna protagonista indiscussa per
quasi cinque secoli. A Ravenna Cesare era solito passare
l'inverno e proprio da Ravenna sarebbe partito per la
conquista di Roma, dopo aver attraversato il Rubicone
nel 49 a.C..
Dopo i fasti romani, inizia per Ravenna un periodo di
decadenza, ma al tempo stesso si apre uno dei capitoli
pi importanti di tutta la sua storia. Ravenna verr scelta
come capitale dell'Impero d'occidente da Onorio (402),
al quale succeder Valentiniano III, che regna a Ravenna
sotto la tutela della madre Galla Placidia, figlia di
Teodosio.
Dopo la caduta dell'Impero, nel 476, l'Italia cade sotto
il dominio del barbaro Odoacre, il quale sceglie ancora
Ravenna come capitale, come del resto faranno anche Teoderico
e, dopo la fine della dominazione gota, gli esarchi di
Bisanzio.
Dopo l'invasione dei Longobardi si apre per Ravenna la
dominazione degli arcivescovi che prelude a quella veneziana
che si concluder nel 1509, quando la citt viene consegnata
a Giulio II.
Dopo la signoria veneta comincia per Ravenna un travagliato
cammino di decadenza che ha inizio con la famosa battaglia
di Ravenna del 12 aprile 1512, la prima grande battaglia
dell'era moderna nella quale venne utilizzata per la prima
volta l'artiglieria mobile.
Durante la dominazione napoleonica Ravenna sotto la
Francia e far parte prima della Repubblica Cispadana
quindi della Cisalpina; infine torner di nuovo sotto
la dominazione pontificia.
Il periodo risorgimentale trova in Ravenna un terreno
fertile e in questi anni, grazie anche all'operato del
poeta George Byron, si diffonde la Carboneria. Ravenna,
inoltre, determinante nella vicenda che consent a Giuseppe
Garibaldi di sfuggire agli austriaci. Costretto ad abbandonare
Roma nel luglio del 1849, Garibaldi trova rifugio nell'agosto
dello stesso anno in un capanno nascosto fra i pini, dove
raccoglier anche l'ultimo respiro della moglie Anita.
Coi plebisciti del 1860 Ravenna non fa pi parte del governo
pontificio, ma viene annessa al Regno di Sardegna che
poi diventer Regno d'Italia.
Dopo un periodo di crisi durante il quale la citt si
dibatte in gravi problemi sia politici che economici,
Ravenna inizia la sua ascesa che passer attraverso la
bonifica e il lavoro agricolo, ma soprattutto attraverso
il mare. E all'inizio del secolo, prima delle due guerre
che avrebbero messo a dura prova la citt, Diego Valeri
proprio sulle colonne del Carlino scriveva: "L'avvenire
di Ravenna sul mare. Ravenna, fra dieci anni,
sar un grande porto, fervido di traffici con l'Italia
dell'altra sponda. Possenti vapori solcheranno senza posa
le verdi acque del Candiano, rompendo la folla multicolore
dei bragozzi; lunghi urli di sirene (esteti, tappatevi
gli orecchi!) strazieranno i silenzi della sera, estaticamente
sospesa sulla foresta di Dante. E a poco a poco, accanto
all'antica citt dalle torri rotonde e dalle grigie viuzze
deserte, sorger una citt nuova, tutta rombante d'opere,
tutta fatta d'energia e di movimento. Altissime ciminiere
sventoleranno nel cielo del mattino vaste bandiere di
fumo; splenderanno nella notte innumerevoli finestre di
magazzini e d'opifici fragorosi. Ravenna avr cos una
sua nuova vita e una sua nuova gloria".
E la Ravenna di oggi la risposta alla profezia di un
poeta.
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