Notizia di luned́ 10 novembre 2014
Alfredo Lopez Delgado guanto e mazza al chiodo
All’ultima partita dei play off 2014, gli ennesimi conquistati dai Redskins, Alfredo Lopez Delgado è uscito dal campo prima della fine, omaggio doveroso per ricevere gli applausi dei compagni e del pubblico al termine di una grande carriera italiana in diverse squadre, ma soprattutto a Imola. Ci siamo fatti raccontare la sua storia: "Sono nato il 30 gennaio 1971 a Guanabacoa, la Habana de Cuba, ed ho cominciato molto presto a giocare alla pelota, anche per la strada come fanno tutti i niños a Cuba. Manici di scopa come mazza e palline fatte con giri di scotch attorno ad un tappo di bottiglia. Ero negli Industriales, la squadra principale de l’Habana, giocavo lanciatore ed ho fatto tutta la trafila delle giovanili, compreso un anno di Accademia. Purtroppo mi è sorto un problema al ginocchio destro, probabilmente perché mi allenavo anche in bicicletta per fare fiato ma l’asiento, la sella, era troppo bassa. Ho smesso la pelota ed ho cominciato a lavorare come animatore in un villaggio turistico, dove ho conosciuto mia moglie Pamela, italiana”. Sei venuto con lei in Italia, ti sei sposato ed hai conosciuto il baseball italiano : “Si, a Modena nel ’97 dove allenavano Juan Casto e Rogelio Garcia, due mostri sacri delle nazionali cubane anni ’80. Purtroppo c’erano problemi tra la Federazione cubana e quella italiana e non potei giocare, così allenavo le giovanili. Nel ’98 conobbi Bidi Landuzzi della Fortitudo Bologna che mi volle in squadra e nel ’99 mi fece ottenere la cittadinanza italiana. Venni a Imola nei Redskins del presidente Castiglione, giocai i campionati 2001/02 e conquistammo la serie A2. Mi sono spostato in varie squadre, Codogno, Marina di Ravenna, ancora Fortitudo e dal 2010 sono tornato a Imola dove mi sono sempre trovato benissimo per l’ambiente, i compagni di squadra e la serietà della società. Le grigliate al campo e le bevute di birra sono sempre stati momenti impagabili”. Che effetto fa avere abbandonato mazza e guantone ? “E’ dura, perché mi sento ancora in forma; abito a Crespellano e con due figlie che giocano nell’Idea Volley ad ottimi livelli nelle giovanili – Emelyn, 14 anni, ha già un’esperienza di Nazionale e Nicole, 9 anni, gioca nella U12 – e gli impegni di lavoro come responsabile cartotecnico, ho dovuto smettere:mia moglie non ce la fa più a seguire allenamenti e partite delle ragazze da sola”. Sei stato un grande giocatore a Imola, un utility sempre pronto in molti ruoli e che spesso ha risolto partite importanti al box di battuta o sul monte di lancio: "Ricordo piacevolmente la bella di Verona che ci riportò in serie A nel 2012, quando sono salito sul monte al 7° inning ed ho chiuso la partita con due strike out e una volata nel guanto di Poli. Quest’anno ricordo la vittoria contro Ronchi dei Legionari a Imola: nelle due partite ho battuto 8 su 10, ma in quella che abbiamo vinto ho lanciato solo contro l’ultimo battitore mettendolo al piatto, poi nel box ho battuto la valida che ci ha fatto vincere dopo quattro ore e 10’ di partita". Il presidente Mauro Poli conviene sul grande contributo che Alfredo, Goffry per tutti, ha dato al baseball imolese e sa che l’anno prossimo dovrà rimpiazzare adeguatamente il suo ruolo: “Per ora ci godiamo la fine stagione con due terzi posti, nella regular season e nei play off. Visto l’impegno di tutti i ragazzi, dovuto anche all’esempio di giocatori come Alfredo, l’anno prossimo cercheremo di approntare una squadra che dia ancora tante soddisfazioni”. La stagione si è conclusa domenica 28 settembre alla Tozzona con una giornata di partite a squadre miste più la classica “Ragazzini v/s Genitori”. Poi grigliata e birra per tutti.
(nino villa)
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