La terza stagione di Massimo Benedetti alla guida della Smurfit Imola si è conclusa con un bell'ottavo posto nel Campionato di B2, con la salvezza già conquistata matematicamente a quattro giornate dal termine. Il bilancio finale di vittorie - sconfitte è in perfetta parità con 13 per parte. La temporanea presenza in zona playoff verso la fine del girone di andata (quarto posto in solitario) aveva sicuramente illuso l'ambiente sulle reali potenzialità di Imola. Forse, senza la flessione che la squadra ha avuto a metà campionato, gli uomini del presidente Remondini avrebbero potuto ambire a posizioni di classifica più alte, ma la squadra ha sempre dato tutto sia in partita che in allenamento e non è giusto nè sensato parlare di quello che sarebbe potuto accadere. Anche quest'anno la società ha tenuto fede al suo credo che è quello di avvalersi per la quasi totalità della rosa di giocatori provenienti dal proprio vivaio con le sole eccezioni del capitano Simoncelli (da Forlì ma lavora a Imola) e dell'altro centrale Dal Monte (da Castelbolognese), mettendosi così sempre in gioco e a rischio per la salvezza. Motivo di soddisfazione per la società è sicuramente il fatto che tutti i giocatori, nei limiti delle proprie capacità tecniche e delle proprie caratteristiche fisiche, sono stati in campo e si sono resi utili alla squadra dando il proprio contributo in maniera positiva. Questo non significa che non ci siano stati momenti difficili e situazioni negative ma la forza del gruppo è stata proprio quella di lasciarsi tutto alle spalle e di andare avanti cercando di migliorare. Certo una squadra giovane come è la Smurfit, senza un vero leader, ha forse sofferto di più in questi frangenti, ma, quando serviva, la squadra compatta ha fatto il proprio dovere. La società ha fatto tutto quanto è stato nelle sue possibilità per andare incontro alle esigenze e alle richieste di Benedetti in favore dei suoi giocatori perchè ha creduto fermamente nel gruppo che si è creato e che ha lavorato duramente durante tutto l'anno. Tutta la vitalità e gli stimoli che i dirigenti hanno trovato per migliorare la società sono nati dalla consapevolezza della serietà e dell'impegno profusi dall'allenatore e dagli atleti; volontà di tutti è che questo gruppo non si disgreghi ma ora la palla passa nelle mani dei giocatori ora più che mai padroni del loro destino. Fare una classifica di merito dei giocatori non è nello stile di Benedetti, che come al solito predilige il lavoro sul gruppo e lo sviluppo delle capacità del singolo attraverso il lavoro collettivo; l'obiettivo rimane quello di non far sentire nessuno fondamentale ma tutti importanti per la società. Una cosa è certa: la strada per ottenere maggiori soddisfazioni è già tracciata precisamente e per i nostri atleti è lunga, carica di impegno, serietà e molto sudore. Difficile alla fine non sentirsi orgogliosi della convocazione del baby del gruppo, il giovanissimo Mauro Ricci Petitoni, nella nazionale juniores. Il lavoro tecnico dell'allenatore e quello formativo dei compagni hanno dato grossi risultati e non scordiamoci che il ragazzo ha due anni in meno dei suoi compagni di avventura in azzurro. Le capacità individuali di Mauro non si discutono ma il grosso merito della società e di Benedetti è stato quello di coltivarle rischiando in proprio con una squadra giovanissima in cui l'atleta non è stato emarginato da "senatori" ma giustamente spronato da "amici".